Fermarsi per vivere meglio. La lentezza non è rinuncia, ma un lusso invisibile che racconta chi siamo. Un ritmo diverso che restituisce valore ai dettagli e rende il tempo il bene più prezioso

Nell’era del “fast and furious” forse andare più piano è anche meglio. Viviamo in un’epoca nella quale abbiamo migliaia di sollecitazioni al minuto, tanto che perfino pranzare ormai spesso si fa di corsa, senza più il piacere di essere seduti a chiacchierare.
In un mondo senza fiato, un mondo che non si ferma mai, sta iniziando a prendere piede una nuova tendenza, vista anche con una certa stima laddove non c’è proprio direttamente invidia: vivere con lentezza, non partecipare alla follia collettiva, prediligere la qualità alla quantità.
Se ci pensate ha perfettamente senso: in un mondo dove tutti corrono all’impazzata il vero lusso è poter avere calma, potersi prendere del tempo per sé, poter andare piano ma “sano e lontano”. E chi gode del lusso se non le persone eleganti? Pensate allo slow food, ad esempio, o alle pratiche di mindfulness. Lo fa chi può farlo, per tutti gli altri c’è solo il “fast”.
Una pratica che si ripercuote anche ad esempio sui viaggi. Pensate al concetto di slow travel, una modalità di viaggio che invita a muoversi con meno tappe e più sguardi, a vivere ad un ritmo più basso ma ad apprezzare ogni singolo dettaglio.
In questo modo sedersi a fare colazione senza fretta diventa un gesto estetico, leggere un libro in silenzio restituisce dignità al tempo libero, camminare a piedi in città permette di riscoprire angoli che sfuggono nella frenesia. È uno stile che si riflette anche nelle case: spazi essenziali, materiali naturali, arredi che raccontano storie senza bisogno di clamore.
Il tempo è il vero lusso di cui non dovremmo fare a meno
Il nostro pianeta ormai è votato alla produttività ossessiva e spesso sterile, una produttività che diventa poi necessità di consumare, di spendere, di assecondare bisogni spesso indotti che portano a volersi permettere anche cose che non ci si può permettere. Ecco, in un mondo del genere, scegliere di rallentare è un atto rivoluzionario.

In fondo basta poco: provare a dedicare un’ora a cucinare con calma, a scrivere su carta invece che sul telefono, o a godersi una serata senza agenda o (addirittura!) senza cellulare, mostra un lusso che nessun oggetto può comprare: quello del tempo. È qui che la lentezza diventa sinonimo di eleganza, perché rivela la capacità di non farsi schiacciare dall’urgenza costante.
Non servono stravolgimenti per sperimentare questo stile. Provate a spegnere le notifiche per un pomeriggio, a camminare invece di prendere l’auto, a dedicarvi a un hobby manuale, preparare un tè scegliendo con cura la tazza. Gesti semplici che, ripetuti, diventano un linguaggio. La lentezza non è inattività: è un ritmo che mette al centro la qualità dell’esperienza.
 
 




